lunedì 26 gennaio 2015

Le dimensioni contano?




No, assolutamente no.. a meno che tu non ce l'abbia piccolo! (il cervello s'intende)

Scherzavo, qui vi parlerò di pene, non le pene varie che potrete avere nella vita, ma del pene che potrebbe allietarvi la vita. La domanda del titolo è esplicita, meritevole di risposta. 
Proverò a riferirvi i colloqui con le mie amiche, parenti, conoscenti, zie… gay ecct. 

Allora le donne parlano di questo argomento, ma difficilmente hanno una misurazione univoca.

Di solito alla domanda:"com'era?"

Le risposte variano da:"nella media"  (potrebbe essere piccolo ma accettabile, quella che risponde: "nella media" non è sicuramente innamorata)

"piccolo" poche possibilità del secondo appuntamento, a prescindere dalla dimensione dichiarata
"nella media diciamo una buona media" spiegazione da interpretare
"abbondante" potrebbe essere normale o sopra la media comunque il tipo ha ottime possibilità
"eccezionale" potrebbe essere nella media o molto sopra di sicuro il tipo avrà possibilità di esprimersi
"da riportare alla sua mamma" della serie il troppo stroppia

I miei amici gay non so perché, hanno tutti i partner con misure "eccezionali". (?!)

Ora appare chiaro che le donne barino (e non solo loro) forse per pudore (millenario ancestrale) o per riservatezza, perché ogni donna che conosce le sue mani, si potrà sbagliare di un centimetro. 
Già perché la prima volta che lo vede ed ha occasione di averlo tra le mani è un'attimo, anche se presissima, essendo per natura multitasking comincerà nella parte più remota del cervello a fare qualcosa tipo: 

"Il palmo aperto della mia mano è circa 20 centimetri, il mio polso è di 15 cm … quindi…"

Schedato!
Questo in genere quello che succede, a meno che non abbiate qualche amica particolare come me.

Shirley alla prima uscita (di sesso) con il famoso artista:
"kyra, ce l'ha piccolo, non piccolissimo, ma insomma.. quasi impercettibile, però lui è eccezionale un vero principe azzurro, hai visto com'è bello in trasmissione?"

Bello non lo era proprio, giuro, però era chiaro che lei fosse innamorata, di cosa non saprei dire.

La storia finì e lei disse:"guarda mi dispiace tanto, non per la persona, ma per il fatto che ce l'aveva grosso! e dava soddisfazioni"

Questo è stato il primo e ultimo caso di ingrossamento del pene.

Poi fu la volta del racconto di Roxane che presissima da un suo appuntamento, il giorno dopo mi disse:
"mai visto una roba così, appena l'ha tirato fuori, gli ho detto che non se ne faceva nulla, faceva paura"
ed io dissi:"Tipo Rocco?" e lei: "quello a confronto è un micropene" 

Inutile dire che quando capita di incrociare il tipo da qualche parte.. mi ritorna in mente questa confidenza. Roxane di sicuro aveva esperienza da vendere, era una compulsiva del sesso, e di sicuro avrebbe potuto stilare le statistiche del kinsey istitute, poi per colpa di un gigolò da quattro soldi si innamorò e tutta la sua fervente ricerca si arrestò.

Le donne parlano e se devono parlare di centimetri molte diranno: dai 18 ai 20 centimetri, sarà questa abbondanza che crea negli uomini un'immagine che difficilmente corrisponde al vero, una specie di inadeguatezza molti sono convinti di averlo troppo piccolo, io non sono andata a controllare ma…

Facendo un calcolo  approssimativo, l'uomo medio ha:

 15,5 cm di lunghezza e 12, (qualcosa) di circonferenza. Amen!

Mi sorge però una domanda, se una donna, nella sua vita  ha statisticamente circa 7 partner sessuali, mi dite voi che percentuale c'è che le donne abbiano trovato sempre quello sui 20?

Che le donne mentano sul numero dei partner? 


Il mio parere?

Semplice, in giro c'è poca obiettività, siamo portati a credere a tutto e non verificare nulla, che si tratti di pene o pane, che si tratti di politica, economia, crisi o satira, almeno questo volevo chiarirlo (perdonatemi, quando ho "crisi" potrei parlare di tutti i "cazzi" del mondo pur di non pensarci quindi questa volta abbiamo toccano il pene per non parlare delle mie pene).   

Detto questo le caratteristiche di un pene efficiente sono principalmente due:

1) maneggevole (e qui ogni donna sa precisamente cosa intendo)
2) il suo proprietario sia dotato di connessione wireless con il suo cervello

  

venerdì 2 gennaio 2015

L' Autostoppista romantico



Una mattina grigia d'inverno.

Alzarsi alle 6,30 e farsi un'ora di macchina per andare a lavorare, non sembrava un gran programma,  quella mattina avrei avuto la compagnia della mia amica svampita, era incerto se questo migliorasse le cosa.

Shirley cominciò a parlare della sua preoccupazione per l'interrogazione di inglese e matematica, simpatica lo era, ma tra lei e Einstein c'era tutta l'involuzione dall'uomo moderno alla scimmia.
Ero acida nei confronti degli studenti, forse perché la scelta di cominciare a lavorare per me fu obbligata, quindi li osservavo con quel misto di tenero rimprovero e invidia.

A un certo punto Shirley gridò:"Fermati, Fermati!"
Un ragazzo stava facendo l'autostop ai bordi della strada. Al mio sguardo interrogativo Shirley mi disse:
"è un amico mio, dagli un passaggio su!"

Mi fermai, lui salì sul sedile posteriore, gli diedi una rapida occhiata, alto, moro capelli lunghi, jeans, maglione rosso, scarpe clark (ok.. ok… gli feci i raggi X) era un bel tipo.

"Grazie per il passaggio, devo arrivare all'università e ho perso l'autobus, sei stata gentilissima"
lo guardai nello specchietto e gli risposi:

"ringrazia Shirley, che mi ha detto che sei un amico suo..altrimenti non mi fermavo"
"Shirley chi??" fece lui di rimando. Guardai la mia amica e lei disse piano:
"Scusa mi sono sbagliata non lo conosco, mi sembrava ma…"

Lui scoppiò in una risata e esclamò :"Grazie Shirley ad avercene amiche come te, comunque mi chiamo Aris"

La fulminai con lo sguardo e lei aggiunse: "Aris, io scendo tra poco.. ma Kyra ti potrà accompagnare fino all'università, tanto va li vicino"

Era svampita ve l'avevo già detto.  Lei scese e io rimasi sola con Aris. Non sapevo bene se essere contenta di scambiare quattro chiacchiere o maledire la mia sorte per quell'amica così.

Aris raccontò di se, della facoltà, della ragazza, delle sue ammiratrici, dei suoi amici. Avevamo la stessa età, eppure lui era un ragazzo alle prese con l'adolescenza prolungata ed io ero già alle prese con un lavoro e il difficile compito di far quadrare i conti. Quella leggerezza nei racconti avrei voluto averla io, mi sentivo troppo grande, troppo responsabile a dispetto dell'età.  Lui scese dall'auto, mi ringraziò.

La settimana successiva lo rividi lungo la strada che faceva l'autostop, per un attimo fui indecisa, poi mi fermai.

"Ma è un vizio perdere l'autobus?"
"L'ho perso perché sapevo che saresti passata tu!"

Rideva, era proprio bello quando il sorriso gli illuminava il volto.
Poi prese ad aspettarmi, per scroccare un passaggio, per fare due chiacchiere, per mettere nell'autoradio la sua musica, qualche volta non c'era ad aspettarmi ed io rimanevo male, forse triste.. avevo fatto l'abitudine a lui. Nel corso dei mesi successivi, mi raccontò di aver lasciato la ragazza, poi mi raccontò di essersi messo con una, poi con un'altra poi… Io ero sempre composta, ero quella che diceva le cose da amica, giuste, giudiziose. Lui era quello che come un bimbo mi ascoltava e poi esclamava:"Si, hai ragione, dovrei essere più serio ma… sai… però tu sei una rottura di palle, dio.. ma perché non ti fai suora? l'hai lasciato quel coglione, che aspetti a divertirti?"

In quel momento avrei dovuto dire: "ho preso una stramaledetta cotta per te! ecco perché non mi diverto, per te che mi rompi il fegato raccontandomi le tue storielle, per te che prendi un passaggio e ti gusti la mia serietà manco fossi tua madre, per te adolescente rincoglionito che mi fai ascoltare per un'ora di seguito musica reggae, per te che hai solo in mente come prendere un 18!"  E invece ogni volta diventavo più ermetica, più silenziosa, falsa fredda incostante.

Avrei cambiato strada, avrei troncato quell'amicizia così senza spiegazioni.
"Ci prendiamo un caffè?" disse ad un tratto facendo interrompere i miei pensieri.
"Sono in ritardo, meglio di no" risposi
"dai un caffè così mi sveglio e sono pronto per l'esame" insistette sorridendo.

Quel bar del centro, odore di caffè, me lo sarei ricordata, ultima volta. Non può continuare un'amicizia quando per uno dei due amicizia non lo è più.

"hai una faccia!"
"e che questo caffè è pessimo e oggi ho una giornata che farei volentieri a cambio con il tuo esame"
"ok, vado e grazie!! sei sempre gentile a darmi un passaggio"
"lo so sono gentilissima" dissi regalandogli un sorriso.
Usci dal bar veloce, lo seguii con lo sguardo… l'ultima volta, l'ultimo passaggio, non ci sarebbe  stato altro.

Cambiai strada, passarono i giorni. Ero triste ma quello era un male necessario, sarebbe passato questione di tempo, non era successo nulla, inutile sperare in qualcosa di più, ero un'amica.
Quell'ora di strada, la mattina senza di lui, era diventata un tormento, mi mancava persino la sua musica,   quell'odore di profumo appena accennato, quel suo entusiasmo mi ricordava il mio perso chissà dove. M'ero innamorata come una scema, non contraccambiata.. questa doveva essere la mia idea di amore eterno. Lo incrociai in un negozio era in compagnia di una ragazza bionda.

"Ma che fine hai fatto? non ti ho più visto…"
"Ho dovuto cambiare orari, sai il lavoro.. ora scusami ma devo andare, è stato un piacere rivederti"
Avevo superato anche quell'incontro temuto, mi sarebbe passata, in fondo chi era quello? Un tipo carino con un bel sorriso, un tipo a cui i maglioni rossi stavano d'incanto, uno studente svogliato, senza responsabilità senza….. (continuai ma mi convinsi poco).

Il tempo sembrava aggravare la mia situazione mentale invece che alleggerirla.
Un giorno avevo appena finito di pranzare, suonò il campanello, andai ad aprire, me lo trovai davanti, appoggiato al muro. Non dissi nulla, il mio cuore si fermò.

"Me lo faresti un caffè?"
"Ma io veramente……" non sapevo cosa dire, era una situazione strana, paradossale.

Mi fissò, abbassai lo sguardo, si avvicinò mi prese il mento e mi costrinse a guardarlo per poco però..
Sentii le sue labbra sulle mie, un bacio morbido dolcissimo e pieno di desiderio.

"Mi sono innamorato di te cretina!"

e quello fu un gran bel complimento.