giovedì 6 settembre 2012

Sunday afternoon


Non si può cantare e applicare il mascara. Penso dopo essermi infilata il pennello in un occhio, lacrime.. insulti a me stessa, e la stessa canzone che ronza indisturbata tra i miei pensieri.
Diane Schurr con "Louisiana sunday afternoon" ascoltata per la prima volta, belle atmosfere, avevo sentito il suono del piano,e pensato a me in un vestito nero, con spacco inguinale, mentre cerco di sedurre il pianista, strusciandomi addosso al pianoforte come una gatta.. e lui suona regalandomi mezzo sorriso..

Immaginazione senza confini, fantasie, come sarebbe contento il pianista di vedermi ora, con gli occhi da panda? mahh..

Pomeriggio caldo di fine agosto, è ripresa tutta la mia mania di scrivere, ogni giorno una pagina in più, senza rileggere, ogni giorno un racconto in più, da scrivere. Eppure nonostante questo Mr. Bright del mio romanzo è rimasto incastrato in un pub di Canary Wharf, non riesco a schiodarlo, se ne sta seduto con le mani tra i capelli pensieroso. Un moderno Casanova, un trafficante di sogni,soldi e sesso.  Sono mesi che l'ho lasciato li a pensare.. Insomma il mio personaggio è arrivato alla depressione.. non digito niente per tirarlo su, eppure la sua storia nella mia testa sta andando avanti..

Appuntamento con lo scrittore esperto, lui mi dice:"..E scrivilo un romanzo, hai bisogno di ampie scritture, ampi respiri.. non puoi fermarti a racconti pungenti, espressivi ma schifosamente brevi, ognuno potrebbe essere un romanzo e tu tagli tutto, non hai pazienza, non rileggi niente, ogni pagina andrebbe curata come fosse un dipinto, tu invece fai bozze.."

Ma che diavolo poteva saperne lui, di come scrivevo io? Sapeva forse di quando scrivevo lettere d'amore e temi di italiano a pagamento? Non lo ascoltavo più, le sue critiche mi urtavano perchè sapevo che aveva ragione.... Forse l'avrei insultato dicendo:"ma parli tu? scrivi solo robe in cui qualcuno muore in modo truce, che cavolo ne capisci tu, di emozioni, sentimenti, del brivido di scrivere qualcosa di erotico e sensuale, che cosa ne sai di quando la penna sulla carta può essere come una carezza lungo la schiena... e poi tu una donna vera, che ti sconvolge che ti fa pensare al sesso in modo stravolgente, che ti porta sui sentieri della perdizione confondendoti i tutti i sensi, facendoti tremare solo all'idea di una carezza.. l'avevi mai avuta?" rimasi in silenzio..

Non so leggeva i miei pensieri, di certo aveva una espressione quasi ironica, appoggiò la sigaretta, facendo cadere la cenere su dei fogli rilegati, me li porse e disse: "ok, lasciamo perdere, leggi questo e dimmi che ne pensi."
 -Un'altro tuo geniale scrittore emergente?- chiesi scocciata.
Lui mi rispose:"Si certo, solo che ancora non lo sà"  Aveva la capacità di non farmi mai capire se stesse scherzando oppure no.

Cominciai a leggere controvoglia..

......"Aveva sempre desiderato di incontrare una donna intraprendente, seduttiva, capace di provocare bruschi ed inattesi risvegli dei sensi, indeboliti da una routine opprimente. Una donna emancipata, direttiva e proprio per questo estremamente femminile. Una donna capace di fermare per un attimo il tempo con la magia del suo potere. Una donna con una naturale propensione ad alimentare ardite fantasie. Ora era in balìa del desiderio, sotto l'incantesimo di questa donna misteriosa, audace, curiosa.
Ne avvertiva la pericolosità, l'energia, la sua abilità nel giocare al di là di ogni regola. Tutto ciò lo eccitava terribilmente. Avrebbe voluto essere toccato da lei per dimostrargli gli effetti del suo potere, non per essere soddisfatto all'istante. Stava notando che questo gioco fatto di immaginazione generava in lui un senso di attesa, di desiderio molto profondo, mai soddisfatto e per questo diversamente piacevole. Percepiva questa attesa come fuoco nei polmoni, nel ventre. Attesa ipnotica e suadente che si sentiva autorizzata ad andare ben oltre.

"Ma in fondo io non la conosco e so pochissimo di lei, del suo aspetto, ignoro la sua provenienza, il tono di voce, il suo odore,  che musica ascolta” si ripeteva quando il desiderio cedeva il passo alla sua mente educata alla razionalità, alla fermezza, al controllo. Ma per non minacciare quel senso di piacere che da lei proveniva sceglieva sempre di eclissare tali pensieri.Lui aveva un talento tutto suo nel percepire esattamente com'era fatta la persona che di volta in volta gli si presentava. Ma aveva un altro talento, anche se circoscritto alla sfera privata, quello di non ascoltarsi mai.

Anche questa volta sentiva di voler andare oltre il lecito, oltre la razionalità....semplicemente oltre. Avrebbe voluto sapere di più circa questa donna così capace nell'innescare tale tensione. Provava un trasporto che andava al di là della carnalità ma non sapeva descriverlo. Percepiva la presenza di una donna concreta, solida e controllata ma allo stesso tempo felina, notturna, calda.

Lui avrebbe desiderato mettere su un po' di John Coltrane ed affondare il proprio volto tra i suoi capelli. Distenderla sul quel divano dove tante volte lei si era abbandonata a sfrenate fantasie così come a sottili ma tenaci malinconie. Lui voleva massaggiarle la nuca, il collo, le spalle, la schiena, e poi ancora giù fino alle cosce ed ancor più giù. Soffermarsi sui piedi, massaggiarli e baciarli con insistenza, con abilità fino a renderla arrendevole, domarla. Lui bramava i suoi seni, voleva sentirli reagire tra la stretta delle sue labbra, l'impudenza della propria lingua. Baciarla quindi lungo il collo fino a raggiungerne labbra e bocca che immaginava essere molto calda. Avrebbe voluto esplorare oralmente ogni singola parte del corpo di quella donna capace di destare così violenti appetiti. Ma una cosa fra tutte desiderava di più mentre Coltrane fraseggiava nervosamente col suo sax tenore. Dirigersi nuovamente giù, verso lo stomaco, i fianchi ed con audacia continuare fino a poter assaggiare il suo caldo e dolce nettare. Non c'era cosa più desiderabile, peccato per cui valesse la pena essere dannati.
Dio solo sa quanto avrebbe voluto dissetare la propria sete, la propria sfrontata avidità. Quale ricompensa! Già, immaginava i gemiti di lei, che con occhi chiusi si preparava ad accogliere quella particolare tensione che in questi casi monta lentamente, un'atavica risonanza che satura i suoi sensi di donna fino a coinvolgerne ogni singola cellula. Lui s'immaginava le gambe di lei allungarsi, le dita dei suoi piedi distendersi, il suo petto gonfiarsi, le mani con lo smalto rosso che premevano con fermezza sulla sua testa, ora la afferravano per i capelli, ora ne affondavano le unghie sulle spalle. Ecco che il ritmo del respiro di lei inizia ad aumentare e a farsi irregolare. Lei piega le gambe alzando le ginocchia e puntando l'intera pianta del piede sul letto. Stringendo con forza il capo di lui tra le calde cosce alza lentamente il bacino inarcando i lombi offrendogli incondizionatamente la propria intimità fino a regalare al suo palato un'ondata di esplosivo piacere, di caldo e sovrabbondante nettare ... Dopo qualche secondo di silenzio sarebbe tornato all'attenzione il sax ora più suadente di Coltrane, docile e placato. Lei si addormentò."........


Era la cosa più sensuale che avessi mai letto, per un attimo sperai che fosse dedicata a me, mi ero immersa nelle righe, avevo sentito le sue dita, la sua bocca farsi audace..mi ero persa..
Pensai che non sarei mai riuscita a scrivere così.

  Lo scrittore esperto, mi scrutò, forse divertito da quel leggero imbarazzo che non riuscivo a nascondere. Volevo trovare le parole giuste per dire cosa ne pensavo, ma i pensieri si erano come evaporati, ero dentro quelle parole e l'unica cosa che uscì dalla mia bocca fu:"mi piace molto, come scrive, chi è?"

Lo scrittore scosse la testa facendo una smorfia di sufficienza: "guarda che puoi scrivere anche tu così, sogna di più, smettila di essere sarcastica, stacca i piedi da terra e lasciati andare.. potrebbe essere un buon inizio."

 Ero senza parole, me ne andai con i fogli rilegati sotto braccio, e in testa ancora quella canzone:

 "The temperature is rising from the heat, I feel desire burning...I can feel temptation in my bones,but I'm sitting here in my room all alone.. .Louisiana Sunday afternoon.."