giovedì 19 gennaio 2012

Spogliati!


L'anno nuovo è cominciato con una decisione fatidica.
Pagare il mutuo di casa o fare una vacanza "last minute" in un paradiso con temperature tipiche del nostro agosto?
Considerando lo stress accumulato, considerando il prezzo, considerando che il mio potenziale lavorativo stava andando in prossimità dello zero, la mia pazienza era sotto lo zero, l'unica decisione sensata da prendere era: "Una vacanza”.

Ritorno abbronzata, leggermente ustionata dal sole, rilassata, pronta ad affrontare la sfida della scrivania, colma di pratiche e di posta. Telefonate da fare, idee da elaborare.
Riscaldamento alto, cappotto addosso, è una sensazione strana, il freddo che ho fa contrasto con la scottatura sulla schiena che sento. Freddo, percezione acuita. Lavoro decisa a smaltire l'arretrato in un giorno sono le 21, penso di essere a buon punto, quando si apre la porta e compare lui.

- Ciao, ho visto la luce e sono passato a farti un saluto

Rimango leggermente stupita, l'ultima volta gli avevo dato semplicemente dell'idiota per avermi fatto una chiamata alle 2 di notte. E' un amico, decisamente bello, che mi fa pensare ad Antonio Sabato Jr. Sexy ma.. ma.. e non lo so qual è il ma. Lo guardo, mi sembra uscito da una sfilata di moda, vestito molto bene.

Si mette a parlare del mio lavoro con il tono di quello che sa, dice un mucchio di stupidaggini, l'effetto è quello del bambino delle elementari che cerca di spiegare la letteratura ad un laureato in letteratura. Ma non ho voglia di controbattere, non ho voglia di mettermi a discutere, non ho voglia di "acculturarlo", lo guardo.. e mi perdo.. perduta in pensieri viziosi, confusa dai brividi di caldo e freddo che si alternano, confusa dalla sua bocca che si muove, incapace di ascoltare una sola parola.

E mentre lui vaneggia di crisi, di spread, di Cina di export, di investimenti, io penso cose che stupiscono perfino me stessa, cose sensuali sempre più bollenti. Ogni tanto annuisco, dico frasi ovvie, e continuo per le mie fantasie.

- kyra, ma in questo ufficio ci saranno 40°, è caldissimo.

Lo fisso negli occhi e gli dico: Spogliati..

A questo punto capisco che il suono del mio "spogliati" deve essere stato un po' strano, magari con la voce troppo bassa, o forse con quello sguardo con il sopracciglio un po' alzato, che sembra ordinare in maniera arrogante.

- dici sul serio?

il modello sgrana gli occhi, e mi scruta per capire le mie intenzioni, con la bocca mezza aperta, con un imbarazzo che non si addice ad un uomo così.

- ma cosa hai capito? Intendevo dire che puoi togliere il cappotto. Cos'hai pensato?

- nulla, no niente, solo che.. sei così bella.


Rido, sorrido e mi gusto tutto il suo imbarazzo.

E pensare che era l'unica volta che aveva ben capito i miei pensieri.