mercoledì 12 dicembre 2018

Discoteca Lanterna Azzurra



Era la mia discoteca, era il mio tempo delle mele.

Mia madre era sempre nei paraggi di guardia, si cominciava alle 22 o forse prima, si ballava, ci si innamorava e poi si tornava a casa con la testa immersa nei sogni.
Mi ricordo il gestore di quel tempo, una volta mi aveva visto bere del Cointreau scroccato al barista a suon di sorrisini, subito era andato da mia madre a dire: "Scusa ma ho visto tua figlia bere un alcolico" l'ho odiato, giusto una sera, il tempo di digerire la predica di mia madre.
Era un posto "bellissimo" per i miei 16 anni quel paio di uscite al mese erano piene di aspettative e desideri. Tutto bello pulito o quasi.. c'era la droga, l'alcool, ma era marginale, quelli erano sfigati, erano stupidi, erano sempliciotti.
Poi c'era la discoteca nel pomeriggio, dove il buio agevolava i primi baci, il pomeriggio era peccaminoso, si riusciva ad andare prendendo il motorino verso le 15 e si rientrava per le 19, e tutto senza dirlo ai genitori, bastava stare attenti alle molteplici spie che potevamo incontrare sulla strada, eh si le mamme avevano una rete di informazione da far invidia alla Cia.

I giorni nostri, i morti, il trapper, i figli....e i genitori, le colpe

Sono indignata, profondamente, non doveva succedere, le persone erano troppe, ma magari pochi sanno che le matrici dei biglietti non cominciano con il numero uno magari cominciano per serie quindi con numeri totalmente differenti. Sono indignata perché i nostri rappresentanti del Governo sono andati facendo sentire la presenza, dichiarando maggiore sicurezza, crocifiggendo il locale, la gestione, ma state a casa fate politica e lasciate che le forze dell'ordine facciano il loro lavoro, non usate tragedie per pubblicità.

Sono indignata per tutto quello che ho letto in fb, il riassunto potrebbe essere questo:
"mandavamo i nostri figli all'inferno, non c'erano problemi, tanto i responsabili i diavoli sicuramente pensavano alla loro sicurezza, erano molti che si drogavano ma vabbè che problema c'è, la musica è  un'esaltazione al nulla, alle cose nefande... ma vabbè.. giravano fiumi d'alcool ma vabbè,..."

E il lutto cittadino? E' rispetto dicono.. E' dovuto dicono.. E' ipocrisia dico io, facciamoci delle domande, se spegnete le luci o chiudete i negozi non succede nulla, non ci puliamo la coscienza, facciamoci delle domande, il lutto è cosa personale... scommetto che quasi tutti da ipocriti abbiamo scorso i nomi delle vittime sperando che non ci fosse qualcuno di nostra conoscenza, e abbiamo tirato un sospiro di sollievo, poi ci siamo dispiaciuti per chi sta soffrendo d'accordo..ma il dolore è grosso immenso e purtroppo o per fortuna solo il loro.. il resto lacrime di coccodrillo e discorsi in un bar.

Sono indignata per aver letto da un giornalista le seguenti parole:

"mi ero trovato di fronte a un gelido campo profughi perso nel mezzo della campagna. Ragazzi a torso nudo che bivaccavano all’aperto alle quattro di mattina ricoperti solo dalla nebbia pungente dell’inverno. Vomito ovunque, gente che camminava senza meta stordita da alcol e non solo. "

Chi è quel genitore che lascia i figli minorenni in questo luogo?
Ma fatemi capire, la morte per la transenna non è giusta d'accordo, ma il coma etilico va bene, la droga va bene?

Mi dissocio, questi sono genitori che cercano di dare la colpa sempre agli altri, alla società a..... alla scusa "così fan tutti..." Non di dovrebbe dare colpe ma cercare di capire la responsabilità, ogni mattina davanti alla specchio guardarsi e sapere con certezza che abbiamo "le nostre responsabilità" che educare non è dire sempre si, educare è dire anche no con fermezza, è tenere la rotta nella tempesta, educare è esempio, educare alla gioia al rispetto della vita, ai valori più sani.
I figli devono crescere, imparare ma non devono essere buttati a "fare i grandi" quando non lo sono.

E' difficile, è impresa ardua, ma è l'unica via per una società migliore.

Perché nonostante tutto anche i nostri figli meriterebbero il tempo delle mele....

(e non quello delle......)

domenica 24 settembre 2017

Tette al vento!





Eccomi qui dopo lungo tempo, però giuro che vi ho pensato, e ho risposto ai miei pochi preziosi seguaci.

Nel frattempo è nata una bella bimba, che toglie il sonno ma in cambio regala sorrisi e felicità, durante la gravidanza avevo l'idea di non allattare in pubblico, di tenere le mie tette in un ambito totalmente privato e ne ero  convintissima. Le persone si potrebbero sentire offese, un po' di pudore che diamine! e poi dicono che l'allattamento è un momento intimo, quindi meglio farlo in privato. Io cambio idea con estrema difficoltà... ed è molto difficile per me passare da una sponda all'altra.

Poi un giorno un'illuminazione. Mi ritrovo con diverse donne e qualche uomo nella sala d'aspetto di uno studio medico, dopo poco la piccola comincia a dare segni di nervosismo, ha solo un mese ma capisco benissimo questo suo modo di muoversi tra le mie braccia, vuole il latte, vuole la tetta, io me ne sto imbarazzata pensando al da farsi, una signora mi viene in soccorso dicendo :"Signora se deve allattare vada in bagno" e lo dice con un sorriso benevolo. Vado in bagno... oddio, dove mi appoggio? e sarà pulito? mi siedo sulla tazza del cesso? questo bagno non sembra neanche granché, ritorno nella sala d'aspetto e serafica dico:" in bagno non è il caso, ma tanto siete tutti maggiorenni no?! l'avrete vista una tetta?" detto questo attacco la bimba al seno... e tutte le mie convinzioni precedenti sono spazzate via.

Perché allattare da una nuovo dimensione al seno (e non ridete..) a parte l'aumento, il seno diventa pure nutrimento oltre che sensuale, ha una funzione rotonda, nutre, coccola eccita, la perfezione.

quindi cominciamo a stilare i miei punti per le tette al vento:

1) se non lo trovi di buon gusto ricordati che pure il Papa ha detto che si può allattare in chiesa;
2) se vedendo un bimbo che si nutre provi eccitazione non è un problema nostro;
3) non mi copro effetto burka il seno, non c'è niente da nascondere;
4)donne sappiate che i vostri uomini a volte si eccitano pure per un tallone sfilato dalle scarpe ballerine.
5) smettiamo con i "posti per allattare", il posto per allattare è dovunque il bambino ha fame



Viva le tette al vento!

giovedì 6 ottobre 2016

Dolce attesa.... (un cazzo!)



Mi ricordo una mattina, ti avevo lasciato addormentato, ero sgattaiolata dal letto senza fare rumore, una dura giornata di lavoro mi aspettava. Ero in auto, già avevo litigato con un paio di persone al telefono, avevo alzato la voce, e ricordato qualche santo in maniera impropria.
L’ennesimo squillo di telefono:

“Buon giorno amore…” era la tua voce dolce e morbida impastata dal sonno, risposi urlando:

“BUON GIORNO, UN CAZZO!!”

Ci furono pochi secondi di silenzio poi scoppiasti a ridere come un matto, una risata cristallina, tanto coinvolgente, che fui costretta a fermarmi e dal ridere mi scendevano le lacrime, era tutto così semplice, in fondo non importava nulla se riuscivamo a ridere così.   Poi nel tempo ogni tanto ti chiamavo dicendo ripetendo “buon giorno amore” e tu “buon giorno, un cazzo” e ti criticavo dicendo che non urlavi bene quando me.   
Ecco oggi mi diresti: “Amore sei in dolce attesa” avresti la voce tenera, dolce, e io ti risponderei: DOLCE ATTESA UN CAZZO!! e complici dei giochi precedenti scoppieremmo a ridere in simbiosi.

Dolce Attesa un cazzo!

E lo scrivo ridendo, cioè non immaginate la dolce attesa come un attendere alla finestra con un barattolo di un kg di nutella aperta con sottofondo di dolci note musicali, non è così, il sottofondo è più o meno questo:

L’amica apprensiva 1:

“Non andare in posti affollati, la gente ti sgomita sulla pancia, non fare le scale potresti cadere, non guardare su internet siti sul parto ecc. ti mettono paura poi dopo non respiri bene, la verdura lavala col bicarbonato, poi sbucciala, poi ripassala nel bicarbonato.. meglio se la lessi. Hai detto al medico che hai gatti?” 

(sgomitate? Le scale? Parto? Gatti? Forse solo follia)

L’amica apprensiva 2:

per il parto hai deciso? Dove come quando? E per il pediatra ci hai pensato? I vaccini li farai, non puoi non farli? Poi la scuola materna?

(oddio, dont worry tra poco faccio la prescrizione all’università)


L’amica precisa:

“vedrai come cambierai, vedrai come stirerai….vedrai”

(stirare? Non ho stirato mai, ora faccio questo cambiamento e stiro? Uhmm )


Il capo:

“pensavi di dirmelo per il battesimo?”

(era questa l’idea, dire sorpresa!! Quando diventerò come un uovo di pasqua)


Il negoziante di abiti premaman:

“no, signora non abbiamo coordinati intimi  “carini” diversi dal colore bianco, si sa è periodo di visite, di ospedali”

(Le assicuro che il mio ginecologo non guarda le mutande.)


La conoscente:

“Sentirai crescere l’autostima, ti sentirai onnipotente, avrai una grande forza da spostare montagne, già ti senti cosi vero?”

(tratto dal film “Un giorno da Dio) 


Le persone sbalordite:

 “com’è successo?”

(la sai quella storia delle api del polline ecc?)

“ma non è vero…sei solo ingrassata, vero? Vero?”

(mangio di continuoooo)

“non è possibile!

(vabbè ma allora la storia della vergine, o di Sara … niente eh? Manco la bibbia leggete”


I curiosi:

“chi è stato?”

“chi è il padre?”

“c’entro io?”

“hai un uomo? Nuovo?”

“è il….. (una serie di mestieri perlopiù artistici…)

“scommetto che è di…….?”

“Ci hai provato molto?”  (oddio anche no)

“sono anni che ci provi?”


(ma i cazzi vostri mai? Facciamo così… chi considero amico/a lo sa senza dubbio… gli altri eh be’ sono cose private, tu chiederesti mai a una conoscente: “scusa ma con chi hai scopato ultimamente?”)

La parente:

“devi fare questa analisi…. Poi quest’altra ….. poi prelievi di sangue ogni settimana… poi devi controllarti, poi sei grande potresti morire, la vedo difficile.

(morirò una volta sola tranquilla)


La nonna:

“ tua bisnonna ha fatto l’ultima figlia che aveva due anni meno di te… quindi tutto a posto.”

(facciamola semplice poche fregne”


“il collega”

Tu mi sorprendi sempre, c’entra qualcuno che conosco?

(perché? Che azz te ne frega?)


La zia

“sicuramente al battesimo ci sarò!"

(Sei sicura che ti inviti? Sei sicura che faccio un battesimo? Perché non vai a fanculo….?)

Ospedale controllo veloce.

“Signora è sicura di essere incinta?”

(No, credo di aver mangiato un melone intero..  Lei è sicura di non essere una paziente sfuggita da psichiatria?)

Nel frattempo che sorrido perplessa di queste cose, sento un calcetto al basso ventre, è un suggerimento:

“Dai mamma portami a fare una passeggiata”

L’autunno è arrivato, con i suoi colori, passeggio nel parco guardandomi intorno, cosa ci può essere di più dolce dell’attesa?





lunedì 11 luglio 2016

Il paradiso necessita di un negozio Amplifon!




Chi mi legge sa del mio rapporto confidenziale con il Padreterno,
è un rapporto ironico, basato spesso sui fraintendimenti, ma mai avrei osato pensare a tanto...

Venerdì sera mi aggiravo a piedi nudi nel giardino, complice una luna crescente maliziosa e una notte tiepida, luci romantiche rischiaravano l'acqua della piscina, i grilli cantavano e si udiva pure il parlottare di qualche rana in sottofondo. Serata perfetta, romantica da sogno, stare in solitudine a volte è dolcissimo, però quel venerdì espressi i miei desideri più o meno in questo modo:

"vedi Signore, sarebbe bello che qualcuno mi venisse a trovare, non uno qualsiasi si intende, magari un bel ragazzo, che mi porta qualcosa da bere, magari un prosecco, che si fermi a guardare la luna con me, che declami qualche romanticheria da baci perugina e qualche poesia da gatto innamorato, poi se ne vada dopo avermi dato un bacio pieno di promesse..."

Sarebbe bello, pensai.. una bella sorpresa, visto che credo nei miracoli e visto le mie confidenze con l'Altissimo poteva essere benissimo una  cosa fattibile.

Andai a dormire verso mezzanotte, con pensieri leggeri e sereni.
Alle 4,30 suona il telefono insistentemente. vedo il numero di un ragazzo molto carino, ma poco in confidenza con me, strano... un paio di ragionamenti rapidi e penso che sia successo qualcosa di grave ad amici comuni.

"Pronto" dico con l'ansia che mi sale alla gola.
"Ciao Kyra, ho urgente bisogno di parlarti arrivo da te tra 10 minuti." detto questo riattacca.

Riprovo a chiamare ma niente, il tipo non risponde, che cavolo sarà successo mi chiedo preoccupata, mi infilo un paio di jeans ed esco di casa, arriva una macchina a velocità da far pensare ad uno schianto sulla parete della casa, scende il tipo... Barcolla in maniera paurosa, non è ubriaco è da coma. Farfuglia.

"Kyra, io non voglio andare a casa io voglio dormire con te"
" Scusa da quando abbiamo tutta questa confidenza?"
"Sono innamorato da sempre"
"e me lo vieni a raccontare completamente ubriaco??, una fine dichiarazione"
"No, non non sono ubriacooo sono allegroooo sono tanto feliceeeee"
"Stai zitto o sveglierai tutti"
"che si sveglino, io ti amo....e voglio dormire con teeeeeee"
"Zitto"!!!"
Barcollando riesco a metterlo disteso, gli appoggio una coperta sopra e gli dico:
"Dormi, che ne parliamo domani"
Puzza come una spugna imbevuta di moito. Si addormenta così su una sdraio del giardino. Mi chiedo ridendo quale vergogna proverà domani quel ragazzo serio, timido riservato...

Il giorno dopo, tutti gli abitanti della mia casa mi fanno notare:
"ma chi era quello che urlava stanotte che voleva dormire con te? innamorato eh?!"

Allora Signore, ho detto una cosa romantica, ok non ho specificato che non puzzi di mojto, però ho come l'idea che hai bisogno di un apparecchio acustico, mi esaudisci ma capisci fiaschi per fischi, capisco che alla tua veneranda età non ti si può criticare ma basta.... eh?!







martedì 5 luglio 2016

50 days ago




A un certo punto devi voltare pagina.

No, non dimenticherai nulla anzi i ricordi si faranno con il tempo ancora più dolci e struggenti
ma c’è una pagina successiva, non puoi fermarti, vorresti in qualche modo riafferrare gli attimi in particolar modo quelli in cui sembrava tutto possibile, quelli in cui la perfezione di quell’amore ti aveva fatto credere al “per sempre” e “nonostante tutto”.

 Il nonostante tutto comprendeva, il lasciarsi, il ritrovarsi, il tradirsi… ma “noi” non eravamo in discussione mai. Io c’ero, e lui c’era e questo è tutto.

Arriva l’ineluttabile e sembra ogni cosa sembra spazzata via.

Arrivano le persone con le loro tempistiche di incoraggiamento: “Stai tranquilla che in tre, quattro anni ritroverai un po’ di serenità”. Credono nel potere delle parole, credono che tre, quattro anni sono un tempo ragionevole, si sbagliano! Io sono viva ora, ho il potere di rinascere ogni giorno, e non ci vorrà tutto quel tempo, per dire: ok sono passati 20 anni, ora rinasco da zero, ricostruisco con un bagaglio che nessuno potrà mai portare via. Ricostruisco su fondamenta solide. Ricostruisco perché la sofferenza è la più grande paura dell’essere umano e io l’ho conosciuta appieno, è tempo di serenità, di sonni tranquilli, perché la mia coscienza è serena e gioiosa come una farfalla colorata.

Ho le mie leggi e le rispetto, a volte, mi do la possibilità di stravolgerle con il cuore, con i sentimenti profondi dell’anima.  

50 giorni fa…. (circa)

Decidevo di rinascere, di credere che i veri miracoli accadono se noi li desideriamo, non succedono perché è scritto, succedono perché con i nostri desideri li facciamo scrivere da tutto il cosmo che trama a nostro favore. Ho infranto un paio di leggi, prima me ne sono rammaricata, poi ricordando il detto: “dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio e a me quello che voglio io” Lo ammetto il proverbio l’ho leggermente cambiato.  L’etica, quello che ti contraddistingue è solo tua, le leggi sono quelle che hai dentro il tuo cuore.

Cambio, ma non rinuncio alla mia volontà di approfondire, di dire “sconfitta” solo quando le ho veramente provate tutte. Rinuncio ai falsi amici. Rinuncio a quelle persone che non hanno capacità empatica, a quelle cui il giudizio viene prima della compassione, quelle per cui il tribunale è sempre aperto.

Non sono rinunce Zen, permeate di saggezza, sono rinunce dichiarate, perché quando rinunci a qualcuno è giusto che sappia pure il motivo.

Ho deciso di mettere alla prova, cuore, mente e fisico. Nessuna paura, nessun giudizio.

Sono io qui e ora, nel presente che sa di eterno.