sabato 26 aprile 2008

stop jumps!


Uscita autostrada A 14, sono le ore 8 di una mattina che incomincia con il sole.
Sto aspettando Gufo Bianco, soprannome del mio amico che dovrebbe venirmi a prendere.. è in ritardo come al solito.

Il Gufo è un gigante, ha fatto il corso di paracadutismo "free fall" con me, era lui quello che sistematicamente si faceva riportare a terra. Guardava fuori dall'aereo e decideva che era troppo alto per buttarsi... a terra lo avevamo preso in giro da matti, e lui buono buono, stava zitto sorridente e pensieroso.

Alla fine del corso, lui era stato l'ultimo a prendere l'abilitazione,quando feci il decimo lancio,lui si decise per il primo...

Era passato del tempo sul mio libretto lanci ora c'era scritto 97 sul suo 75.

Ma il gufo non arriva.. ore 8,20 mi lascio prendere dai ricordi degli ultimi anni..

Interi fine settimana negli aereo club .. pranzo e cena a parlare di lanci, di emergenze di storie finite bene... dormire nella tenda, o in camerata come militari, essere a Ravenna, Reggio Emilia, Napoli,Foligno, Roma, Treviso, Roma, Napoli.. Casale Monferrato

Ricordare le mie due emergenze... già si diceva che nessuno è sicuro di questo sport finché non si trova in queste situazioni.. Una mia emergenza era finita sul giornale... talmente folcloristica... ma avevo deciso, e deciso in modo rapido..
A volte nel corso mi sembrava che la concentrazione fosse tutto, più di qualsiasi preparazione fisica.

"guarda in faccia la paura, è la migliore alleata, c'è un momento in cui puo' diventare adrenalina pura o panico, sta a te scegliere"

L'ambiente è stato sempre particolare, da una parte i fissati, i pericolosi, sempre un po' su di giri, forse un po' fatti...dall'altra gli sportivi, quelli che quando si apriva la porta dell'aereo erano tranquilli.. come quando fai yoga...

le donne paracadutiste, erano considerate.. una specie di rambo in gonnella, ammirate da tutti ma odiate dalle fidanzate dei paracadutisti.. vai a capire il perché..

Mi ricordo di Otto il pilota svizzero, ragazzo simpaticissimo che arrivava con il Pilatus porter, amato da tutti per l'uscita semplice e spettacolare, Otto parlava italiano con un accento tedesco da far paura, che quando sono io a fare il direttore di lancio, ci mettiamo d'accordo per sbagliare e riusciamo cazzeggiando a portare l'aereo a 4800 metri invece di 3500... io facendo finta di non trovare il punto ... lui girando in verticale... uno spettacolo unico... 67" secondi di caduta libera. Le risate quando faccio il floater.. puntualmente finisco aggrappata alla porta tipo bandiera.. Le formazioni.. le prese...

il mio paracadute arriva dall'America con i colori scelti da me, è su misura... l'ultimo tipo in fatto di tecnologia, ma senza capsula "cipress" (oggi credo sia obbligatoria)

Gufo.. ritarda.. dovremmo arrivare a Casale Monferrato. L'ho convinto il gufo. "Dai andiamo, e chiediamo di fare un lancio con il migliore" e già il migliore... Roberto era il migliore, campionati... gare ... e un intuito per l'aria fuori dal normale.. ci avevo pensato a lungo... Finire con questo sport con un bel lancio, con un professionista, sentire l'aria intorno.. conservare un ricordo unico.. (ma questo al gufo non l'avevo detto) Avevo solo proposto una cosa, che difficilmente si sarebbe verificata.. Roberto Mirzan, aveva la lista dei lanci... la coda.. e poi da "artista" faceva un breve briefing, e se non gli "piacevi" amen... e se andavi bene, c'era la fila..

il gufo arriva, e io mi spavento... dove cavolo l'ha preso quel furgone Fuxia con una pantera nera disegnata sul cofano?

Sono sbalordita...

mi chiede:"ti piace?" .. si è quello che ci vuole per andare in galera senza motivo ;-)

arriviamo a Casale Monferrato. Chiedo subito di Roberto Mirzan, lo trovo che sta piegando il paracadute in piedi, gli parlo, chiedo se posso fare un lancio con lui, se può oggi o domani, neanche alza gli occhi, mugugna:"non credo di aver tempo.." Non rispondo nulla, ma sto lì davanti a lui, scocciato dell'insistenza mi da un'occhiata che esprime un "chepalle" la seconda occhiata è un "chièquestaqua". Poi mi dice di arrivare domattina presto, che forse ma è molto difficile troverà il tempo di un lancio con me in giornata.

La mattina arrivo presto, guardo la scaletta nomi dei lanci e non ci trovo il mio, vedo l'istruttore, mi fa un cenno di saluto rapido con la mano. Gironzolo li a bordo pista, sono vestita pronta per il lancio, fa un caldo bestiale...

Roberto mi passa vicino di corsa e mi urla coperto dal rumore del motore di un cesna che sta atterrando. "prossimo decollo!!!" ok dico... il briefing? Lui urla:"non serve!"

Eccolo di nuovo veloce, mi chiede il libretto dei lanci, lo sfoglia rapidamente, controlla il report emergenze, non ha nessuna particolare espressione in viso. Mi dice: "siamo ultimi all'uscita" Ok, vado in fondo all'aereo mi siedo, lui si mette vicino a me ad occhi chiusi.

L'aereo sta salendo controllo l'altimetro 2500 poi 3000, 3300.. mi sposto leggermente, piegandomi sulle ginocchia, tra poco il direttore di Lancio dirà: "motoreee!" l'aereo rallenterà, aprirà la porta. Roberto controlla l'uscita degli allievi, poi una squadra.

Poi ecco ci siamo tocca a noi.. mi guarda e dice:" fai tutto quello che faccio io tipo specchio" faccio ok.. Faccio le prese, lui si aggrappa esterno all'aereo, io mi aspetto il classico urlato: "READY SET GO!" invece mi dice: "quando vuoi..andiamo", contatto visivo, lo spingo leggermente e siamo fuori dall'aereo, non perdiamo la posizione neanche di 20 gradi, subito mi stacco.. abbiamo un'ottimo allineamento.

Nonostante io pesi molto meno di lui, riusciamo a stare vicini senza toccarci. Sono tranquilla, lui fa un giro 360° a destra, io lo ripeto tornando in asse, giro a sinistra, io ripeto, looping in avanti, looping all'indietro.. esecuzioni perfette, mi fa un mezzo inchino come per dire grazie, lo copio alla meno peggio.. poi mi fa cenno di deriva siamo a 1300, so che fissando un punto lontano e unendo le mie braccia sui fianchi posso raggiungere i 200km orari.. le guance si deformano.. mi giro e vedo Roberto grande come una mosca, Mt 1000. ok afferro l'hand- deploy, il paracadute si apre, velocemente, sgancio i comandi e comincio la discesa, lentamente..

Appena atterrata a bordo pista trovo Roberto, che ha ancora il paracadute tra le braccia, sta parlando con l'istruttore di turno al cannocchiale. Mi dice: "Brava, veramente brava, una vera sensitiva dell'aria..complimenti!" e finalmente sorride..

l'istruttore al cannocchiale, mi conferma, l'asse perfetto, per 53". Vado con il mio libretto di lanci per far scrivere a Roberto, il resoconto lancio. Scrive in grande: Mirror completo perfetto! Brava!

Che ricordo e che emozione.. grazie Roberto, grazie grande Mago!