martedì 19 marzo 2013

L'arte del lasciare


Non sono brava a mollare, far scivolare le cose .. lasciare.  Prenderei un discreto in seduzione, ma lasciare bene non mi riesce, sarà forse stato frutto di esperienze negative, di errori nelle tempistiche.

Mi ricordo il primo ragazzo "serio" che lasciai, eravamo in vacanza insieme in una pensione sul mare, e ad un certo punto tutto fu chiaro per me. Non eravamo fatti per stare insieme. Glielo dissi prima di andare a dormire.

- Ascolta è inutile rimandare ti devo dire una cosa: ti lascio, ti voglio bene ma non fai per me, sei troppo bravo, preciso, geloso, soffocante, tirchio.. e ti rovinerei la vita meglio lasciarsi ora-

Il suo viso era sbiancato, aveva farfugliato cose dolci e insensate e alla fine ero convinta che aveva capito il mio immenso affetto per lui, insomma io gli stavo facendo del bene.
Nel cuore della notte mi svegliai, sentivo freddo.. trovai lui con la finestra aperta seduto sul davanzale.

-Cosa stai facendo?
- La mia vita è finita, non voglio più vivere senza te...

rapidamente guardai di sotto, eravamo al primo piano, se si buttava da quella posizione sulla siepe al massimo si sarebbe rotto un piede, però la cosa non mi piacque per niente, lo tranquillizzai.. lo convinsi a scendere. Mi sentii profondamente ricattata, che c'entravo io con la sua incapacità di soffrire? come poteva pensare di farmi cambiare idea in quel modo? seguirono mesi in cui la sua disperazione faceva eco alla mia convinzione di aver fatto la cosa giusta.

 Ma soffrivo al solo pensiero di far star male qualcuno, non mi davo pace e dicevo:"mai più... poverino, come soffre, quali notti insonni passerà.." finchè dopo 4 mesi, lo rividi, era vicino ad una ragazza tipo:"Ce l'ho solo io d'oro" molto bella, era contento,felice... Insomma quello distrutto, a pezzi, stava benone.
Ero quasi incavolata.. insomma tutto quel casino per nulla.

Un'altra volta, quando sapevo di essere arrivata al capolinea di una storia, tanto per battere il ragazzo sul tempo dissi:"va bene, ma non può andare, rimaniamo amici.." questo non si disperò tanto, mi diede uno schiaffone molto eloquente e ci rimasi male..  (anche qui avevo sicuramente sbagliato qualcosa) tempistica?


Poi ecco arriva l'uomo di mondo, quello che capisce quando togliersi dalle scatole, quello che sa che le amicizie particolari finiscono..e possono rimanere solo le amicizie.
Lui sa, ha sperimentato, e io con il mio "è meglio farsela finita" di sicuro non lo emozionerò neanche un po', di sicuro non siederà sul davanzale di una finestra, di sicuro non scriverà lettere melensi, di sicuro avrà pronta di ricambio un'altra amica, perchè l'uomo che non chiede mai sai distinguere, amicizia, affetto, sesso, confidenze.. sa bene che non sono un minestrone indistinto.

 Invece mi sbaglio su tutto, tranne che sulle tempistiche dell'amica di ricambio.

venerdì 8 marzo 2013

Tira fuori la lingua!

 
 


Meeting

Work-in-progress,.target... part-time,audience..trust..trade mark..export..holding buy-back..
ticket, fixing..,marketing, lobby, rating... buy sell agreement...asset allocation...going short, going long..best effort..start-up. take profit, stop loss... barbell portfolio... naked position. (?!)

Ma dove sono? 

Sono in italia, in un ufficio italiano con colleghi italiani. Come è possibile? Gente che non conosce nemmeno l'italiano, sia stata colta per un'attrazione fatale per tutto quello che è inglese o americano?
Colpa della globalizzazione? Colpa dello scarso orgoglio e difesa della nostra italianità? ma davvero amiamo così poco la nostra lingua? O sono gli altri più bravi a sedurci?

La lingua italiana è musicale piena di sfumature nonostante abbia meno vocaboli della lingua inglese,
è quella di più facile comprensione in luoghi rumorosi o al telefono. (lo sapevate?)

A parte la lingua italiana, molte persone tendono a sottovalutare la nostra cultura, a favore di un "sogno americano"o comunque di un sogno da fare all'estero.

Anni fa durante un viaggio a Mosca mi imbattei in una fila di persone lunghissima, non capivo quello che stava succedendo, stavano facendo la fila per entrare in uno dei primi Mcdonald, e si perchè mangiare lì è buono!! E' come il caffè Starbucks, tutto globale, tutto uguale, tutto senza anima. Stiamo uccidendo le diversità culturali, e che crescita ci può essere senza diversità? quale capacità di scelta potremo avere?

Siamo stati esportatori di cultura, arte, musica, innovazioni,italiani erano Leonardo da Vinci, Dante, Michelangelo, Gianlorenzo Bernini, Galileo Galilei, Colombo...e perchè no, anche Casanova,  abbiamo inventato il sistema bancario con la prima banca al mondo il "Banco di San Giorgio" di Genova.

Popolo di artisti, poeti, pittori, santi... un popolo di creativi, con un'elasticità mentale che di sicuro fa invidia a mezzo mondo conosciuto. Hans Rosling della Gapminder Foundation, ha elaborato una statistica riportata sul mensile "Focus", in cui in base a dati oggettivi, l'Italia è uno dei paesi in cui si vive meglio. 

Lo so che questo può sembrare controcorrente per tutta quella popolazione che non vede l'ora di trasferirsi da qualche parte, forse sperando di "trovare salami impicchi" come dice mia madre. (frase con lo stesso significato di: "l'erba del vicino è sempre più verde").

Poi c'è una corrente di "giovani-vecchi", che vorrebbe emigrare per trovare il "posto al sole", e questi sognatori al contrario mi fanno quasi arrabbiare perchè "ovviamente" non li capisco.
 Il mito dei soldi, del successo? boh... Se vuoi i soldi e successo, magari li avrai ma sarai un poveraccio comunque. Conoscete la vita di quelli che hanno successo? o ve ne siete fatti un'idea di facciata?

Un mio amico americano di successo, lavora 12 ore al giorno con un'agenda che arriva fino al 2015, dove il tempo per pensare è un lusso, ma è ricco, ricchissimo... può permettersi tutto e non godersi nulla, già, da invidia...

L'unica consolazione che ho è il mio fratellino americano a cui ho imparato l'italiano, che orgoglioso mi chiede mentre andiamo in giro :"Kyra, secondo te mi hanno scambiato per italiano?"

Lui capito la differenza tra un "bagel" e un "pranzo".. Lui che sorridendo mi dice:"Ma tu lo sai che alla Columbia University fare corsi di italiano è un fatto distintivo da intellettuali ?" e quando abbiamo guardato insieme "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica con i sottotitoli in inglese, mi ha guardato pensieroso e ha detto:"spiegamelo tu, i sottotitoli non sembrano giusti", ed io l'avrei stroppicciato di baci.

  Ci sono cose che non si possono tradurre, ci sono cose che fanno parte delle nostre radici e una pianta senza radici è una pianta da serra senza storia, le differenze culturali sono il sale di una più ampia conoscenza, non omologabile ai poteri commerciali forti.

E ogni tanto ricordiamoci di parlare italiano e magari di farlo parlare anche a qualche straniero...

e che cazzo!!!!