venerdì 27 dicembre 2013

Sono solo affari


 
Al termine di ogni anno la "famigghija" si riuniva per il resoconto dei traffici, era una consuetudine ci si sparava e poi si facevano gli auguri di Natale, eravamo tutti gangster ma buoni, buoni..
 
 L'incontro con tutto il clan di Al Pappone, mi aveva messo in agitazione.
 Mi ero ribellata e dopo anni di richieste, avevo preso la bomba che tenevo custodita nella mia valigetta e l'avevo sganciata, procurando una deflagrazione talmente violenta da lasciarmi sbalordita. La mia insubordinazione era già risaputa nel profondo sud, destando preoccupazione. Loro erano stati chiari: "Kyra, con questi non si scherza, sei fuori.. ti ammazzeranno come una zanzara", porteremo fiori. Erano affettuosi i gangster del sud, loro non parlavano con Al Pappone, ma con  Al Peace che era tutt'altra cosa.  
 
Al Pappone era colui che aveva inventato la gara della lingua più lunga, ed era una gara che non potevo vincere, c'erano srotola lingua professionisti, che facevano mesi di allenamento, bravi efficienti, io invece ero la classica spina nel fianco di Pappone.
 
Nonostante la bomba e l'eco, nessuno fece parola, pensai che a fine riunione sarei stata fatta fuori dal Padrino in persona, mentre Scarface se ne lavava le mani, lui nonostante tutto le aveva sempre pulite.
 
Fecero parlare il Pelato, gangster famoso, per le sue rapine milionarie, a me il Pelato aveva dato sempre consigli ottimi fatti di due parole :"Non fiatare", "Non chiedere", "Non rompere", "Bacia le mani", "Annuisci", "Fai la spia", "Parati il culo", "Nel dubbio spara". Poi parlò Cocaina noto per le sue infiltrazioni negli uffici che contano, lui andava al sodo dal palco allestito in suo onore tuonò: " basta scippi!, basta rapine da quattro soldi! siete grandi, comportatevi da grandi! Rapinate Banche! portavalori! cazzo!!"  
 Vicino a me c'era Bonnie che friggeva: "vedi issu? issu è nu strunzo, va blaterenno, e poi  me futte na rapine fatta co lu modu, anni di appustamenti e pu arria issu, mo me arzo in piedi e lu dicu a tutti". La trattenni a fatica: "Calma Bonnie, non è il modo di vendicarsi, qui sono tutti armati".
 
La riunione terminò, misi il sorriso migliore, quello adatto per morire, sprezzante, sguardo dall'alto verso il basso e andai incontro al mio destino. Mi feci strada tra i gangster, conoscevo tutti, erano un centinaio, forse era quella l'ultima volta che li vedevo. Sorridevo.
 
"buon natale Scarface!" e questi rispose : "mi pigli per il culo?"
"buon natale Al Pappone a te e alla sacra famiglia!" questi sorrise degrignando i denti.
"buon natale Padrino!!" feci un inchino e lui rispose: "buon natale a te Pupa Kyra!" indifferente come tutti i grandi killer.
 
Incontrai sulla strada dei saluti Don Peppone, era sudato, tremava, la sua mano sembrava una frittella gelatinosa e umida e al mio augurio, mi rispose sibilando qualcosa di incomprensibile.
 
Era stato lui! quello che aveva detto della bomba, era chiaro.. tutti stavano in silenzio ma lui tremava.
"Caro Don Peppone non angustiatevi, avete fatto quello che andava fatto!"
"Ma io veramente non capisco perché non ti hanno sparato!!" disse deluso.
"Faranno passare le feste, tranquillo"
 
A questo punto dovevo giocare bene le mie carte, Al Pappone andava scoperto, niente silenzi.
Scarface il giorno dopo mi telefonò: "Kyra cara, aggiustiamo le cose, la bomba facciamo finta sia sfuggita al tuo controllo, non vorrai farlo passare per un attentato ad Al Pappone?"
 
Rimasi in silenzio, la mia testa era appesa a un filo, avevo solo una speranza.
 
"Fammi scrivere dal "Padrino" voglio relazionare sui traffici tuoi e di Al Pappone"
Il Padrino scrisse chiedendomi se ero intenzionata a prendere una pallottola in fronte oppure a darmela a gambe, risposi che ero pronta a tutto, vivere o morire, lasciare la famiglia, ma prima avrebbe ascoltato quello che avevo da dire sui tradimenti e truffe di Al Pappone.
"e allora spiegami il perché della bomba..."
la bomba serviva a creare attenzione, e spifferai a valanga tutto quello che era stato capace di combinare Al tutto per soldi, ma non quelli della famiglia, tutto per i suoi soldi.
 Al Pappone era ferito, colpo basso, anni e anni per imparare ma ce l'avevo fatta.
Sarebbe resuscitato si, ma l'onore non l'avrebbe più recuperato.
 
Quanto a me, ora niente mi spaventava, neanche la morte.