sabato 15 febbraio 2014

Dolci colle e colori




Entro in quel piccolo negozio che odora di vernice e colla, l'uomo dietro al bancone mi guarda da sotto gli occhiali quasi scocciato dell'interruzione.

 Una signora gentile mi spiega il lavoro che dovrei fare per rendere ancora più artistiche quelle stampe, lei si dilunga in spiegazioni sui colori, sugli sfondi.. è una a cui piace il suo lavoro ed è un piacere ascoltarla.

Ma a poco a poco comincio ad avvertire un fastidio, una cosa alla bocca dello stomaco, forse l'odore della colla, mento persino a me stessa. Ogni tanto è così le percezioni si acuiscono e lo so bene cosa sta succedendo, la percezione della paura, del timore, una sensazione atavica.

Assurdo, questo è quello che penso ogni volta.. e allora comincio a dare la colpa al mio cronico ritardo, ai miei impegni pressanti… all'ansia che non so gestire. Assurdo, sono calma e tranquilla ma c'è qualcosa che non va. Lo so.

Un suono di un campanellino avverte  dell'arrivo di un nuovo cliente, è un tuo amico, mi guarda, penso che ci siamo incrociati innumerevoli volte virtualmente, commentando te. Sto peggio. Fuggire è la soluzione, ma la signora parla e parla.. e nel frattempo ecco che la porta suona di nuovo e arriva un altro cliente, sto appoggiata al bancone e sento chiaramente i due che parlano di te, cose banali, cose normali, eppure ti percepisco lì vicino.

- si, non si preoccupi va bene così.
-è sicura?
-sicurissima.

Finalmente posso uscire, appena fuori dalla porta tiro un profondo respiro. Mi sento cretina, una che s'inventa le cose. Cammino, guardo le vetrine, sorrido tra me e me, pensando che a volte mi comporto come una bambina che ancora parla con il suo amico immaginario.
Svolto per un vicolo e …. eccoti distratto, pensoso con quell'aria infreddolita, non mi vedi ma sei così come ti avevo immaginato.