giovedì 26 luglio 2012

Imprevisti da mare o (da amare)



Sono scappata dall'ufficio dopo due ore di lavoro, in mente un piano diabolico.
Andare al mare da sola, inforcare un paio di grossi occhiali da sole, prendere il lettino più isolato e godermi "la solitudine".

Mi distendo e rifletto, ultimamente sto diventando sempre più intollerante, verso la folla e le persone, forse sto diventando più saggia, forse più vecchia.

Elargisco molta comprensione e simpatia sul lavoro, e fuori divento un orsetto marsicano, cerco la solitudine e il silenzio. Non che non senta il richiamo dell'estate, di api, fiori e polline, ma tutto sommato le api si accoppiano e non parlano, se devo pensare a pensieri proibiti, devo anche pensare di parlare, di raccontare, di ascoltare e francamente non ne ho voglia,ho raggiunto la pace dei sensi, e sono fedele mio malgrado.

Spiegatemi voi, perchè qualcuno dovrebbe cercare di attaccare bottone, se sto distesa con un libro di Poe spiaccicato in faccia, e ho lo stesso sorriso di un cane arrabbiato.

Mi va così, stacco il telefono, lo lascio alla custodia della signora Maffy, e mi immergo nei miei pensieri. Il progetto di un libro, gli appunti da prendere prima che svaniscano, il "no" cattivo detto ai venditori di cianfrusaglie.

Ecco sono in pace, sola in mezzo a tanta gente. La vicina di ombrellone urlando al telefono mi fa partecipe delle sue corna, insieme a quelle di tutto il suo palazzo, e mi sorride, non ricambio, spero solo che il suo telefono si rompa.

Poi mi addormento e sogno, un posto bellissimo, pieno di fiori, vicino a me un tipo che mi guarda in silenzio. Mi risveglio con una bella sensazione. Decido di fare un bel bagno, nuotare. Bellissimo!

Poi saluto, una signora che conosco, mi rigiro, faccio due passi all'indietro e opssssss... vado urtare pesantemente le gambe di qualcuno, cado rovinosamente sulla spiaggia, la caviglia fà un po' male, niente di grave, guardo meglio il proprietario delle gambe, è il bagnino, e chi altri sennò?? in mezzo a centinaia di persone io vado a cadere sopra al bagnino, mi sembra ovvio!

"ti sei fatta male?" dice, questo tipo che avrebbe potuto interpretare baywatch.

"non è nulla, potevi guardare dove metti i piedi" dico mentre mi alzo zoppicando.

"veramente,eri tu che camminavi all'indietro" mi riprende ridendo. Poi come se stessi per morire, mi prende in braccio, dicendo che non poteva farmi camminare.

"ma io peso troppo, mica peso 40kg " dico,quasi per sfida. Lui ride e mi solleva come fossi una piuma o un sacchetto di popcorn. Ecco i miei propositi da eremita vanno in fumo, mi godo i 200 metri in braccio al ragazzo, e penso che la caviglia non mi fa male, penso che era un po' che qualcuno non mi prendeva in braccio, mi viene da ridere.

Sono di nuovo distesa potrei riprendere le mie elucubrazioni mentali, ma lui si è seduto a fianco a me, mi guarda la caviglia. Poi mi saluta e se ne và, regalandomi prima un bel sorriso, poi la vista di un posteriore mozzafiato.

La vicina di ombrellone è a bocca aperta non si trattiene e mi dice:"Certo che Elvis è uno schianto!"

"insomma" rispondo..e mi rimetto a leggere Poe.

lunedì 9 luglio 2012

Il killer




A volte passando tra la gente, magari urtando qualcuno in metropolitana, o a un trafficato semaforo pedonale, mi sono chiesta:"chissà se ho mai incrociato gli occhi di un assassino, un killer, qualcuno che ucciderebbe una persona come ucciderebbe un pollo"

Un pensiero quasi terrificante, un pensiero "stupido", un pensiero irrazionale. Forse un assassino ha lo sguardo cattivo, sfuggente, folle.

2005, si presenta in ufficio un distinto signore di circa 60anni, vuole una consulenza da me, lascia dati, carta di identità, firma la privacy. Faccio domande su domande per capire come aiutarlo, lui risponde a tutte senza problemi, è sorridente,aperto.

Dopo un paio di incontri, pensando che è una brava persona, ma non ha i requisiti per essere consigliato appropriatamente da me. Non è che come cliente avessi perso una grande cosa, e poi bisognava essere chiari. Seguirono un paio di telefonate di chiarimenti e il Signor Tizio Caio, spari dalla mia vista.

Unico ricordo di quegli appuntamenti erano i documenti lasciati in un cassetto in attesa che trascorrano 10 anni per poterli distruggere come prevede la legge.

Ed oggi leggo sul giornale:

Tizio Caio arrestato, latitante dal 1992, ricercato per 4 omicidi, finalmente preso dopo anni di appostamenti.

Resto a bocca aperta, come latitante? aveva una carta di identità regolare, usava il suo nome, la sua data di nascita.. e la polizia non l'ha trovato per 20 anni??
Ma come faccio a crederlo? quante stronzate ci raccontate?

Ecco io rimango sgomenta per avere stretto la mano al pluriomicida, quasi quanto a pensare:"chissà quali equilibri si sono rotti,quali nuove regole ci sono,per trovarlo proprio ora, quando era sotto gli occhi di tutti?"

Caro Tizio e Caio quasi quasi mi fai pena..