venerdì 24 febbraio 2012

Maria la Contessa, e i pettegolezzi

Erano giorni che osservavo quella signora, capelli bianchi, eleganza ricercata, trucco elaborato, e uno sguardo di profondamente depresso, vicino più alla morte che alla vita.
Quella mattina la signora aveva preso il "mio" tavolo per fare colazione.

"Scusi, posso?" avevo detto non aspettando una risposta, sedendomi vicino a lei .
"Piacere, Kyra" dissi mentre tendevo la mano.

Dopo interminabili secondi mi porse la mano, dicendo in modo poco convincente:

"Piacere, Contessa Maria degli Scalari in Alto del Basso Fiume di Roccaventosa"

doveva essere faticoso fare una firma di tale lunghezza, la presentazione di quel nome per intero, voleva solo essere un modo per la contessa, di mettere una distanza consistente tra lei e me. Invece di indispettirmi, trovai la cosa divertente.

"Contessa Maria, dovrebbe finirla di sentirsi piena di rimorsi e rimpianti" dissi bevendo il caffè.
lei non rispose, mi guardò feroce e lentamente rispose: " Ma lei che ne può sapere della mia vita, dei miei successi, dei miei fallimenti, lei si siede qui e dice che dovrei dimenticare? lei non sa nulla di me"

Forse avevo esagerato, presa da una strana frenesia, in cui la mia mente andava veloce più delle parole sussurrai:"Invece io scommetto che lei sà di me cose che io ignoro, solo guardandomi"

le carpii un mezzo sorriso, si stampò in faccia un sorriso vendicativo e mi disse:

"Io so, che tu "scopi" solo con bei ragazzi, non trovi uomini ricchi ne interessanti, solo belli"
Rimasi in silenzio per qualche secondo.

"Adoro gli uomini belli, ma una volta ho trovato un uomo bello, affascinante, interessante, culturalmente superiore, e profondamente ricco"

"E scommetto che ha fatto una brutta fine" affermò la signora.

Ripensai alla storia e scoppiai a ridere.. aveva proprio ragione.

E così cominciò un'amicizia fatta di diversità, fatta dei suoi racconti di Saint tropez, Cortina, Parigi, Londra, New York degli anni 60/70 quando la signora faceva le estati e gli inverni senza lavorare, presa in un vortice di ricchezza di attori, industriali,modelli di vita senza freni, dove sembrava tutto un immenso parco giochi.

La contessa raccontava, e io mi limitavo a sgranare gli occhi dicendo di tanto in tanto qualche "davvero?!!" amavo l'idea che pensasse a me come la ragazza di campagna che godeva dei pettegolezzi sui vip,su Brigitte, su Alain.. sulla dolce vita che non conoscevo.

A volte fingevo di essere stupita, solo per farla contenta, per il piacere di sentirla parlare, raccontare, solo per il gusto di rivederla ragazzina persa nei vortici di una vita che l'aveva abbandonata lasciandola un bordo di un baratro.

Per niente impressionata dai racconti di droghe, di festini discutibili, di questioni di corna incredibili, niente pensavo potesse stupirmi nei suoi racconti, li assorbivo come un libro pessimo scritto bene, all'ora del tè. Poi alcuni tempo fà, presa a leggere articolo di una delle più belle giornaliste del mondo, la contessa sbircia la mia lettura ed esclama:

"ah quella! una gran puttana con le idee chiare"
e io:
"Maria, su basta, è una brava giornalista ha cultura, sa quello che dice, è aggressiva, una donna seria e in carriera"

"Kyra, io la conosco era una mia amica, l'ho ospitata, l'ho presentata a varia gente, si prostituiva per avere la tessera del golf club e del tennis club, non disdegnava un orgia se organizzata con tizio...caio...e sempronio....aveva idee chiare la tipa, diceva che avrebbe cambiato aria, scritto libri, e magari fatto un film"

Sicuramente la signora vaneggia colta da raptus di gelosia, o tanto per cercare di impressionarmi.
Non voglio crederci, voglio salvarne una su cento. Rifletto su quello che mi aveva detto un mio amico giornalista, mi aveva fatto una lista di fatti sulla collega che a pensarci venivano i brividi, ed io avevo tradotto il tutto come :"ecco il povero uomo che non è riuscita a portarla a letto e allora ovviamente ne parla male"

Si accavallano vicende con gente che conosco, e che non conosco, si incastra tutto alla perfezione come un perfetto puzzle pettegolo.

Rifletto e penso che un altro pezzetto della mia ingenuità è andato perso..