giovedì 5 giugno 2014

Karma Killer




Quando entrai nel crimine, rapine/omicidi/racket and co. mi trovai sperduta, ero nel mondo descritto dal film "the wolf of wall Street" se il film fosse 100, nella famigghia sarebbe stato 20, il film era una palese caricatura, ma pur sempre con un sottofondo reale, quante cose avevo visto, dall'assegno sventolato sotto al muso, alle telefonate di ricatti in viva voce, alle segretarie sotto al tavolino, alle auto rumorose per passare ai gargarismi con lo champagne...  Tremavo, non era il mio mondo, non era il mondo che pensavo, eppure era quello che avrei sempre voluto fare, avevo crimini nel sangue, crimini puliti s'intende, tipo la magia, non c'è solo quella nera.

Imparai a scivolare e svicolare tutte le battute di caccia, lasciavo sempre respirare la povera vittima, ero per il racket onesto :"Non preoccuparti, quando potrai mi porterai i soldi".  La famigghia ogni tanto a quelli come me, i non allineati, faceva dei grossi regali che avevano nomi strani, ad esempio: "corso progetto pilota" venivamo selezionati per un mega corso che rivelò con sottotitoli strabilianti "riusciranno i nostri psicologi e brainwasher a metterli in riga?" poi regali che avevano il compito di rendere killer spietati, i killer gentili, veniva effettuato un trapianto del cuore e al suo posto veniva inserito un microchip chiamato "fottifotti" dal nome dell'inventore.

Dopo qualche anno ero riuscita ad avere il mio posto al sole, traffichetti, rapine, qualche gambizzazione, avevo pure l'ufficio vicino al capo, con una splendida vista sul parcheggio, ogni tanto mettevo i piedi sulla scrivania e mi sentivo la padrona del mondo. Un giorno il capo mi chiamò, e dopo un lungo discorso mi disse che oltre al mio lavoro avrei aggiunto quello di tutor.

"ma non sei felice, insegnare l'arte del crimine alle nuove leve, educarli, tirare fuori il peggio che c'è in loro.. certo la paga è irrisoria, ma l'onore di avere tale compito non ha prezzo"

Arrivarono i primi quattro aspiranti killer, li ospitavo nel mio ufficio, li erudivo sulle prime regole della sopravvivenza, li difendevo, osavo dire che la regola numero uno del killer è difendersi dalla famigghia .. li accompagnavo in rapine, via via sempre più impegnative, sempre più difficoltose, consigli su come tirare via la pelle senza alcun lamento, consigli su rimedi rapidi quando le gambizzazioni riuscivano male. Insomma li trattavo come figli, ed era una gioia vederli crescere, sempre più impavidi.

 La piccola Bonnie era la mia preferita, decisa, osservatrice, poi c'era Goldpepper da cui avremmo tirato  fuori solo guai, Templar bello accattivante di una consistenza pari all'aria, Bonnie ne era soggiogata, le dissi che poteva sedurlo tanto sarebbe durato poco a far il criminale da noi, in ultimo c'era lui Foxred geniale nei conteggi, acuto nella teoria, quanto illogico nella pratica, ogni tanto lo riprendevo :"Non puoi sparare a un pezzo grosso con la carabina! come non puoi sparare ad un piccione con un bazuka!"  Era testardo come una capra di montagna, mi dicevo che avrebbe capito e fintanto lo tiravo su a dosi di lealtà, sulle regole scritte, e su quelle importantissime non scritte, era educato, bussava alla porta, mi chiedeva consiglio, poi ogni tanto prendeva la tangente e farneticava tenendo le mani davanti alla bocca.

Cominciò ad arrivare tardi, lo interrogai, lo misi alle strette, confessò :"Gioco a poker, è quasi un vizio, ma io sono più furbo, più matematico di loro e vinco davvero vinco sempre!" Gli dissi che nonostante le voci del mondo la nostra professione era incompatibile con il gioco d'azzardo, nessun fremito, nessuna adrenalina... la calma assoluta, la decisione assoluta, rapine ben congegnate, omicidi con mira ed armi sicure, eh no carissimo non era un gioco d'azzardo, non era azzardo era meditazione riflessione, non erano solo numeri era arte, era la somma tra uno psicologo e un matematico.

Per incentivarlo gli diedi pure i progetti di un 20 rapine sicure, lo ammetto feci un errore, glieli regalai, sottobanco, a lui e a Bonnie, gli altri nel frattempo si erano sparati da soli prima che il microchip desse l'ordine di autodistruggerli, ma Bonnie e Foxred erano le mie creature, dovevo farli crescere, li amavo... in fondo.

Fino a che Foxred mi inflisse un dolore atroce, non contento di quello che gli avevo dato, cominciò a rubare dalla mia tasca prima distrattamente ,poi con destrezza, gli riusci solo un colpo da maestro.

Lo affrontai, avevo un caricatore pieno di proiettili.. lo volevo morto. Lui fece il finto tonto. La cosa mi irritò a tal punto che invece di finirlo rischiando di macchiarmi le scarpe con il tacco nuove, chiesi direttamente al padrino di levarmelo gentilmente dalle balle, e per la prima volta in tutta la mia onorata carriera il padrino mi accontentò e Foxred fu spostato a far crimini in un'altra zona con altri colleghi. Prima di congedarlo sibilai:"ricordati c'è il Karma.. e se non c'è lui l'arte del poker ti rovinerà"

E questo succedeva anni or sono.
Ieri sera, parlavamo tranquillamente di rapine, e si discuteva sul colpo grosso. Era un colpo in collaborazione, colpo che poteva finire con una sparatoria degna dei grandi colossal. Ed ecco il tacchino da spennare che mi chiede:"sto pensando a un grosso affare con un tizio che mi sembra a posto"  Non chiesi di chi si trattava, era meglio non sapere se poi dovevo dare un parere neutro.
continuò dicendo:"qual'è la cosa incompatibile per dei criminali del vostro stampo? da quale cosa mi dovrei proteggere"
non ci pensai due volte :"Carissimo, non fidarti mai dei criminali dipendenti dal gioco, dagli scommettitori, quelli ti sparano quando la posta è alta, ti rivendono quando la posta è bassa, non fidarti.."

"Foxred mi ha invitato al torneo di poker... non può essere il mio killer.. eppure sembrava a posto, però hai ragione Kyra, non posso mandarlo a recuperarmi dei soldi.. troppo pericoloso, grazie"

Foxred? proprio lui?  Karma Killer Bastardo!! riflettei. Non avrebbe mai saputo nulla, ma è così che lavora il fato.

4 commenti:

MikiMoz ha detto...

Questo a dimostrazione che il tempo può cambiare... le carte in tavola, sempre. In bene e in male. Ma meglio fidarsi al 100% solo di noi stessi... :)

Moz-

kyra ha detto...

@hai ragione Moz, a volte l'unica difficoltà è aspettare ;)

Francesca ha detto...

Mai fidarsi dei colleghi. Gli arrivisti, i fottifotti, sono ovunque e spesso nascosti dietro a maschere innocenti.

kyra ha detto...

@francesca hai ragione! Passerò da te ;)