lunedì 30 gennaio 2012

Siamo tutti figli di Caino



Epoca post-glaciale

Caino era un agricoltore, Abele era un pastore.
Dio non gradì i doni di Caino, ma apprezzò quelli di Abele. E' giustizia questa? un dono è un dono.

Abele si scocciò di questa situazione e decise di uccidere Caino.
Caino avrebbe fondato la prima città e avrebbe dato numerosa discendenza, come dargli torto?
Un pastore nomade, che ne poteva sapere di attività stanziali? e poi come avrebbe gestito la boria derivata dall'essere sempre il preferito?

Insomma siamo figli di Caino, il cattivo..

Epoca attuale


L'epoca post-glaciale è lontana, i ricordi si affievoliscono e sembriamo tutti a prima vista assomiglianti ai buoni, siamo milioni di buoni con solo qualche piccola eccezione: politici, assassini, evasori..e pochi altri.

La grande nave sta affondando ma, al contrario del Titanic in cui morirono il 70% degli imbarcati.

dopo 100 anni sono morti in percentuale lo 0,96%.

Il Benzinaio: "ah io avrei saputo cosa fare!! eh si, se c'ero io"

Il Ristoratore : " ma come si fà? dico io come si fà? quello è proprio un cretino"

Il Cliente del ristorante con problemi di alcool: " io l'avrei ucciso, subito.."

Il Collega :"E certo, quando si fanno queste manovre non bisogna avere donne tra i piedi"

Il Macellaio: " io questa manovra l'avrei fatta meglio di sicuro"

Il Giornalaio:"e certo aveva con se due donne o forse tre"

La riflessione ad alta voce della mattinata: "io non sapevo che tutti sapeste condurre una nave, lo ignoravo"

Pronti a giudicare qualsiasi errore degli "altri", pronti a verdetti senza speranza, pronti a sapere quello che avremmo fatto noi in qualsiasi situazione ove, non siamo presenti.

Pronti a schierarci con la maggioranza senza farci domande, perchè se è una maggioranza che pensa una cosa deve essere per forza giusta.

Pronti sempre a pensare di riflesso di essere perfetti ed immuni da errori.



Ed ecco in queste situazione divento "il bastian contrario". Non posso farne a meno, di chiedermi se tutto quello che vediamo è "logico".




Se uno tradisce il marito/la moglie, forse avrà avuto un buon motivo.


Se uno ruba, magari non aveva da mangiare.
Se uno uccide, siamo sicuri che sia stato proprio così, siamo sicuri del colpevole?

Se uno ti odia, magari non riesce a digerire quelli che per lui sono i tuoi successi.

Se qualcuno ti ignora, magari è troppo difficile parlare con te.

Insomma io non metto le mani sul fuoco per nessuno, prechè in alcuni casi riconosco la mia debolezza, i miei mutamenti, tutto quello che fa di me un essere in equilibrio tra il bene e il male, un esser che avrebbe potuto essere Caino, e forse per circostanze favorevoli non lo diventerà.

Siamo figli delle ingiustizie, delle rabbie, di quel Caino che fondò la prima città, e spesso ce ne dimentichiamo e nascondiamo tutto dietro quella parvenza di "perbenismo ipocrita".


Diciamo di amare, ma non sappiamo perdonare. Diciamo di perdonare ma non sappiamo dimenticare. Dimentichiamo solo i nostri errori.

giovedì 19 gennaio 2012

Spogliati!


L'anno nuovo è cominciato con una decisione fatidica.
Pagare il mutuo di casa o fare una vacanza "last minute" in un paradiso con temperature tipiche del nostro agosto?
Considerando lo stress accumulato, considerando il prezzo, considerando che il mio potenziale lavorativo stava andando in prossimità dello zero, la mia pazienza era sotto lo zero, l'unica decisione sensata da prendere era: "Una vacanza”.

Ritorno abbronzata, leggermente ustionata dal sole, rilassata, pronta ad affrontare la sfida della scrivania, colma di pratiche e di posta. Telefonate da fare, idee da elaborare.
Riscaldamento alto, cappotto addosso, è una sensazione strana, il freddo che ho fa contrasto con la scottatura sulla schiena che sento. Freddo, percezione acuita. Lavoro decisa a smaltire l'arretrato in un giorno sono le 21, penso di essere a buon punto, quando si apre la porta e compare lui.

- Ciao, ho visto la luce e sono passato a farti un saluto

Rimango leggermente stupita, l'ultima volta gli avevo dato semplicemente dell'idiota per avermi fatto una chiamata alle 2 di notte. E' un amico, decisamente bello, che mi fa pensare ad Antonio Sabato Jr. Sexy ma.. ma.. e non lo so qual è il ma. Lo guardo, mi sembra uscito da una sfilata di moda, vestito molto bene.

Si mette a parlare del mio lavoro con il tono di quello che sa, dice un mucchio di stupidaggini, l'effetto è quello del bambino delle elementari che cerca di spiegare la letteratura ad un laureato in letteratura. Ma non ho voglia di controbattere, non ho voglia di mettermi a discutere, non ho voglia di "acculturarlo", lo guardo.. e mi perdo.. perduta in pensieri viziosi, confusa dai brividi di caldo e freddo che si alternano, confusa dalla sua bocca che si muove, incapace di ascoltare una sola parola.

E mentre lui vaneggia di crisi, di spread, di Cina di export, di investimenti, io penso cose che stupiscono perfino me stessa, cose sensuali sempre più bollenti. Ogni tanto annuisco, dico frasi ovvie, e continuo per le mie fantasie.

- kyra, ma in questo ufficio ci saranno 40°, è caldissimo.

Lo fisso negli occhi e gli dico: Spogliati..

A questo punto capisco che il suono del mio "spogliati" deve essere stato un po' strano, magari con la voce troppo bassa, o forse con quello sguardo con il sopracciglio un po' alzato, che sembra ordinare in maniera arrogante.

- dici sul serio?

il modello sgrana gli occhi, e mi scruta per capire le mie intenzioni, con la bocca mezza aperta, con un imbarazzo che non si addice ad un uomo così.

- ma cosa hai capito? Intendevo dire che puoi togliere il cappotto. Cos'hai pensato?

- nulla, no niente, solo che.. sei così bella.


Rido, sorrido e mi gusto tutto il suo imbarazzo.

E pensare che era l'unica volta che aveva ben capito i miei pensieri.