Era la mia discoteca, era il mio tempo delle mele.
Mia madre era sempre nei paraggi di guardia, si cominciava alle 22 o forse prima, si ballava, ci si innamorava e poi si tornava a casa con la testa immersa nei sogni.
Mi ricordo il gestore di quel tempo, una volta mi aveva visto bere del Cointreau scroccato al barista a suon di sorrisini, subito era andato da mia madre a dire: "Scusa ma ho visto tua figlia bere un alcolico" l'ho odiato, giusto una sera, il tempo di digerire la predica di mia madre.
Era un posto "bellissimo" per i miei 16 anni quel paio di uscite al mese erano piene di aspettative e desideri. Tutto bello pulito o quasi.. c'era la droga, l'alcool, ma era marginale, quelli erano sfigati, erano stupidi, erano sempliciotti.
Poi c'era la discoteca nel pomeriggio, dove il buio agevolava i primi baci, il pomeriggio era peccaminoso, si riusciva ad andare prendendo il motorino verso le 15 e si rientrava per le 19, e tutto senza dirlo ai genitori, bastava stare attenti alle molteplici spie che potevamo incontrare sulla strada, eh si le mamme avevano una rete di informazione da far invidia alla Cia.
I giorni nostri, i morti, il trapper, i figli....e i genitori, le colpe
Sono indignata, profondamente, non doveva succedere, le persone erano troppe, ma magari pochi sanno che le matrici dei biglietti non cominciano con il numero uno magari cominciano per serie quindi con numeri totalmente differenti. Sono indignata perché i nostri rappresentanti del Governo sono andati facendo sentire la presenza, dichiarando maggiore sicurezza, crocifiggendo il locale, la gestione, ma state a casa fate politica e lasciate che le forze dell'ordine facciano il loro lavoro, non usate tragedie per pubblicità.
Sono indignata per tutto quello che ho letto in fb, il riassunto potrebbe essere questo:
"mandavamo i nostri figli all'inferno, non c'erano problemi, tanto i responsabili i diavoli sicuramente pensavano alla loro sicurezza, erano molti che si drogavano ma vabbè che problema c'è, la musica è un'esaltazione al nulla, alle cose nefande... ma vabbè.. giravano fiumi d'alcool ma vabbè,..."
E il lutto cittadino? E' rispetto dicono.. E' dovuto dicono.. E' ipocrisia dico io, facciamoci delle domande, se spegnete le luci o chiudete i negozi non succede nulla, non ci puliamo la coscienza, facciamoci delle domande, il lutto è cosa personale... scommetto che quasi tutti da ipocriti abbiamo scorso i nomi delle vittime sperando che non ci fosse qualcuno di nostra conoscenza, e abbiamo tirato un sospiro di sollievo, poi ci siamo dispiaciuti per chi sta soffrendo d'accordo..ma il dolore è grosso immenso e purtroppo o per fortuna solo il loro.. il resto lacrime di coccodrillo e discorsi in un bar.
Sono indignata per aver letto da un giornalista le seguenti parole:
"mi ero trovato di fronte a un gelido campo profughi perso nel mezzo della campagna. Ragazzi a torso nudo che bivaccavano all’aperto alle quattro di mattina ricoperti solo dalla nebbia pungente dell’inverno. Vomito ovunque, gente che camminava senza meta stordita da alcol e non solo. "
Chi è quel genitore che lascia i figli minorenni in questo luogo?
Ma fatemi capire, la morte per la transenna non è giusta d'accordo, ma il coma etilico va bene, la droga va bene?
Mi dissocio, questi sono genitori che cercano di dare la colpa sempre agli altri, alla società a..... alla scusa "così fan tutti..." Non di dovrebbe dare colpe ma cercare di capire la responsabilità, ogni mattina davanti alla specchio guardarsi e sapere con certezza che abbiamo "le nostre responsabilità" che educare non è dire sempre si, educare è dire anche no con fermezza, è tenere la rotta nella tempesta, educare è esempio, educare alla gioia al rispetto della vita, ai valori più sani.
I figli devono crescere, imparare ma non devono essere buttati a "fare i grandi" quando non lo sono.
E' difficile, è impresa ardua, ma è l'unica via per una società migliore.
Perché nonostante tutto anche i nostri figli meriterebbero il tempo delle mele....
(e non quello delle......)